8 AGOSTO 2015 - Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo nell'anniversario della tragedia di Marcinelle - Le bandiere di Palazzo Civico a mezz'asta per commemorare questa giornata
L’ANMIL e IL COMUNE DI CARRARA, "IN OMAGGIO ALLA MEMORIA UN IMPEGNO PIÙ CONCRETO AFFINCHÉ LA SICUREZZA SUL LAVORO SIA TRA LE PRIORITÀ DEL RISANAMENTO DELL’ECONOMIA DEL PAESE CON CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE, AUMENTO DEI CONTROLLI E SOSTEGNO ALLE IMPRESE VIRTUOSE”
Carrara, 7 agosto – “Domani sarà il 59° anniversario della tragedia di Marcinelle che, come ogni anno, l’ANMIL ricorda onorando le 262 vittime tra cui 136 italiani, con la presenza di una delegazione alla miniera tristemente famosa”.
“Far conoscere ai giovani questi eventi del passato è un contributo alla divulgazione della cultura della prevenzione – dichiara il Presidente dell’ANMIL Paolo Bruschi - poiché è dalla storia e dal ricordo delle tragedie, dalle testimonianze dei sopravvissuti, dai racconti di chi c’era e dai documenti che fotografano i disastri, che possiamo trasmettere esperienze evitabili ed errori da non ripetere”.
“In questa tragedia vale la pena però riflettere anche sulle questioni legate all’immigrazione che tante polemiche sta facendo scaturire - aggiunge il Presidente dell’ANMIL -, dalla garanzia dell’integrazione socio-culturale a quella delle condizioni lavorative che devono essere dignitose ugualmente per i lavoratori italiani e per quelli stranieri che lavorano fianco a fianco. Nel richiedere un lavoro sicuro ricordando le vittime di Marcinelle dobbiamo dimostrare coerenza e senso di civiltà anche noi, ma quando la cronaca ci fa conoscere – e questo non sempre accade – storie di extracomunitari che muoiono nei campi trattati come schiavi, allora dimostriamo di tenere in ben altra considerazione la vita dei lavoratori”.
Il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali tuttora raggiunge cifre inaccettabili. È per questo che le azioni di sensibilizzazione, soprattutto quelle rivolte ai giovani nelle scuole, devono rilanciare la cultura della sicurezza.
Con oltre 400mila iscritti tra invalidi del lavoro, lavoratori che hanno contratto una malattia professionale e familiari di caduti sul lavoro, l’ANMIL da 70 anni offre supporto morale e assistenza qualificata attraverso circa le 500 sedi locali affinché siano tangibili la vicinanza e il sostegno da parte di quanti hanno vissuto sulla propria pelle le conseguenza di comportamenti errati.
“Dalla valutazione del fenomeno infortunistico, stando agli ultimi dati INAIL, le politiche di prevenzione sembrano dare riscontri positivi ma – a nostro giudizio – oltre alle giornate della memoria, serve dare più spazio quotidianamente all’informazione che riguarda gli incidenti sul lavoro perché siano tutti consapevoli e partecipi della sicurezza possibile”.
“Capire perché accadano certi incidenti, nonostante la nostra normativa in materia di sicurezza sia oggi una tra le più moderne e complete, è di importanza fondamentale, perché verificare cosa è stato trascurato e quali comportamenti hanno causato incidenti sempre prevedibili ed evitabili serve ad impedire che queste morti siano attribuite solo alla fatalità o alla sfortuna”, afferma il Presidente dell’ANMIL Paolo Bruschi.
“Troppe volte si finge di non vedere, si tralascia l’osservanza di quelle regole che dalle aziende vengono ritenute un costo e non un investimento per questo pretendiamo che i controlli non si fermino e che chi lavora sia preparato e adeguatamente formato, non solo sulla carta diventando partecipe e protagonista della propria e altrui sicurezza e incolumità”.
Proprio a fine luglio il Ministero del Lavoro ha diffuso i dati sull'attività di vigilanza del Ministero del Lavoro, di Inps e di Inail del I° semestre 2015. Da parte degli ispettori del Ministero è stata rilevata la contestazione di illeciti a carico di 40.449 aziende, pari ad un tasso di irregolarità di circa il 59% delle imprese ispezionate, con un sensibile e preoccupante aumento rispetto al primo semestre dell'anno precedente. Sono stati scoperti 18.215 lavoratori in nero; 3.873 aziende sono state sospese per l'utilizzo di personale non dichiarato, in misura pari o superiore al 20% di quello presente al momento dell'accesso, con un notevole incremento delle irregolarità di natura penale relative alla tutela delle lavoratrici madri e all'impiego di lavoratori extracomunitari clandestini.
Per quanto concerne l'attività svolta dall'INPS, nello stesso periodo delle 20.718 imprese ispezionate, ben 17.268 sono risultate irregolari, accertando la presenza di 9.481 lavoratori in nero ed una contribuzione non versata pari ad euro 484.323.372.
Dalle 10.241 ispezioni effettuate invece dall’INAIL in ben 9.019 sono state evidenziate delle irregolarità, con la denuncia di 3.698 lavoratori in nero accertati e premi non versati per 45.477.238 euro.
“Il sacrificio sul lavoro, la morte, la sofferenza dei lavoratori e quella dei loro familiari deve servire a salvare altre vite, mantenendo forte l’osservazione degli organi competenti puntando sulla continua informazione per una maggiore attenzione dell’opinione pubblica perché l’importante è non appoggiare silenzi di comodo che, invece, si vogliono far passare per forme di rispetto, per manifestazioni di pietà e di compassione. Il miglior modo per onorare i caduti sul lavoro è parlarne a lungo, lottando affinché le vittime non siano dimenticate, fino a quando non saranno scoperte le cause e corretti gli errori di tutti, di chi ha agito e di chi ha lasciato agire, senza adottare i dovuti provvedimenti a livello legislativo e amministrativo”.
L'8 agosto del 1956, alle 8.10 del mattino, nella miniera di carbone di Marcinelle, in Belgio, ebbe inizio quella che sarebbe passata alla storia come una delle più gravi tragedie del mondo del lavoro e che sarebbe costata la vita a 262 minatori di cui 136 italiani, 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 5 francesi, 3 ungheresi, un inglese, un olandese, un russo e un ucraino. Soltanto 13 superstiti vennero tirati fuori il primo giorno.
In questa giornata in cui confermiamo la volontà e l’impegno dell’Associazione a promuovere in ogni modo la cultura della prevenzione, chiediamo alle istituzioni l’esigenza assoluta di una immediata e più incisiva azione ispettiva coordinata, affinché si metta la sicurezza sul lavoro tra le priorità del risanamento dell’economia del paese e non venga vista dalle imprese come una spesa che ne affatica e rallenta l’uscita dalla crisi, ma anche l’avvio di campagne di sensibilizzazione e sostegni alle imprese che operano in sicurezza per far sì che la prevenzione diventi un obiettivo strategico e un punto di forza che ne migliori la competitività”.
IL PRESIDENTE TERRITORIALE Il Sindaco
Paolo Bruschi Angelo Zubbani